Ludus Dimicandi 
Diffusione sportiva
EXOPLISIA - OPLOMACHIA
 
Quale centurio od optio oserebbe indossar falere dopo una prova del genere? 
 
Vicenza, 18 novembre 2012 
Non si può certo dire che i numerosi membri di ArsDimicandi, prima di Vicenza, non avessero già una certa dimestichezza delle manovre manipolari romane, anzi. Anche tra gli esterni è noto a tutti come AD sia particolarmente nota per dedicare da anni al settore, una speciale attenzione. Ne è un esempio il Mutina Boica, grande festival gallo-romano che si affida proprio a noi per la regia tattica e per le manovre più complesse della battaglia campale, anche per il piacere e la collaborazione di altri gruppi di reenacting romano. 
 
Una sintesi video degli esercizi di exoplisia di Vicenza 
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Ma un conto è l’essere visti come i fautori di manovre interessanti, che possono rimanere condivisibili o meno, un altro è dimostrare inequivocabilmente quali fossero i fondamenti della tattica manipolare e coortale senza possibilità di appello! Frutto certamente del lungo lavoro di studio che ha portato alla stesura della collana De Rebus Militum (Battaglia-Ventura), ma anche e pesantemente per l’evoluzione che ha subito la disciplina dell’oplomachia, combattimenti di gruppo, che in tre anni ci hanno spinto inesorabilmente all’esigenza di adottare ‘praticamente ed urgentemente’ una serie di atteggiamenti tattici che hanno ispirato la comprensione più profonda dei meccanismi in oggetto. 
E’ così che solo dalla scorsa domenica, a Vicenza, AD ha presentato per la prima volta il programma completo delle exoplisie (manovre in greco), secondo canoni sconosciuti persino ai veterani, oltre che ai milites. Ciò che in precedenza mancava era l’individuazione  degli elementi di base del manipolo, più piccoli del manipolo e delle stesse centurie che lo compongono, mediante le quali dare il via a quelle quattro manovre fondamentali da cui scaturiscono tutti i movimenti manipolari e coortali. 
L’ordo, l’acies, i decumani e i cardi anzitutto, in qualità di atomo a sé funzionante ed autonomo, ma non senza l’indispensabile ruolo del centurione e dell’optio, distinti nell’altrettanto vitale ruolo di priores o di posteriores, senza i quali niente poteva muoversi senza causare il caos.  
 
E dalle manovre ordali finalmente, a quelle manipolari (la molecola), per compartecipazione dei singoli ordines, ottenendo dinamiche più complesse come quelle del trigonium (cuneo), dell’orbis, della formazione quadrata o della V littera. Il tutto in una manciata di secondi e con una facilità di esecuzione che i milites, solo il giorno prima, non avrebbero mai immaginato. 
Ma è proprio grazie alla microtattica ordale e poi quella manipolare che si accedeva alle manovre coortali (la cellula), quelle cioè in cui a interagire tra loro non sono più semplicemente gli ordines di ciascun manipolo, ma i manipoli tra di loro. Il tutto con la precisa disposizione di centurioni ed optiones, alternanti ora qui e ora là sul manipolo, indicando ai milites mediante le peculiari creste, chi e cosa dovessero fare una volta giunti i distinti ordini di manovra. Né sono mancate risate scoscianti quando qualcuno dei principales (ufficiali) sbagliava la posizione, determinando il caos tra i decumani e i cardini. 
Il tutto per un semplice motivo! Dare al manipolo una capacità auto organizzante, ed autorigenerante, messa alla prova ripetutamente mediante esercizi in cui si simulava il ferimento e la caduta di soldati, o lo scompaginamento delle fila simulando uno sfondamento improvviso. Ebbene, come se i milites fossero cellule staminali, gli ordines riprendevano sempre e prontamente alla struttura integrale, senza necessità che i singoli tornassero alla posizione originaria, ma rispettando semplicemente i precetti dell’ordo e quello delle creste degli ufficiali. 
Certo all’inizio dello stage non tutti erano abituati a lanciare costantemente occhiate alle creste, determinando sovente ritardi e incertezze di manovra. Ma dopo tre ore (e solo tre ore), è davvero incredibile come costoro, tutti, avessero nelle creste innanzi a loro qualcosa di assimilabile ai segnali stradali e ai semafori per chi guida l’automobile, mentre la strada innanzi a sé era il nemico. 
Semplicità, intuitività, efficacia che tuttavia non sono per nulla scontati per chi non abbia fatto una simile formazione. Anzi in proposito, i partecipanti di Vicenza rappresentano, al momento, l’unica selezione qualificata in grado di garantire la riuscita di un eventuale dimostrazione, mentre chi ne è a digiuno non potrebbe mai, e poi mai, riuscire in tale impresa. Nemmeno chi abbia 10 anni di esperienza di AD alle spalle. E infatti tutti i partecipanti sono stati registrati al fine di entrare in un albo professionale di qualità, che sarà l’unico da cui saranno convocati i milites per lo svolgimento del futuro format Dies Campestris Legionis, che esordirà l’anno prossimo in Francia, a St. Roman-en-Gal. Un avvertimento dunque a chi non ci sia stato, a recuperare in fretta il prezioso software! 
Naturalmente, dopo le Exoplisie, non poteva mancare il fine ultimo delle manovre: l’oplomachia! Questa volta però, non un semplice fronte per parte, ma due. Attraverso l’elementare dinamica della Renstitutio Ordinis, i combattenti potevano alternarsi tra loro, dando allo scontro un prolungamento impressionante, e di conseguenza al fronte una tenuta e una rettilineità in precedenza difficile. Non immettendo le riserve infatti, la sopraggiunta stanchezza corrompeva le formazione, facendola cedere di schianto. 
Non possiamo dunque che aspettare di giungere a uno scontro in tripla acies a doppio decumano, e chissà, coi numeri giusti, di opporre un giorno due reparti contro due. La strada è quella giusta e i nostri milites, oramai protagonisti insostituibili, soprattutto!
 
 
Hyrpus coadiuva una delle due squadre nelle oplomachie 
 
Brutali ma ordinate le oplomachie su due acies 
 
Anthrax e Darius osservano gli sviluppi dell'oplomachia 
 
Leo e Rufus, ogni tanto, esenti dal combattimento. 
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